
“L’inflazione è troppo alta. La nostra politica monetaria è incentrata sul riportare l’inflazione al 2%, sostenendo al contempo una ripresa che includa tutti”, ha affermato l’ex sottosegretario al Tesoro nelle osservazioni preparate per l’audizione alla commissione bancaria del Senato prevista per la giornata odierna.
“Oggi l’economia sta facendo progressi positivi, ma la pandemia continua a porre sfide. La nostra priorità è proteggere quello che ci siamo guadagnati e supportare una piena ripresa”, ha aggiunto.
Nel discorso preparato per il Senato, il membro del board Fed porrà l’accento anche sui progressi compiuti dal mercato del lavoro verso la piena occupazione, obiettivo del doppio mandato della banca centrale.
“Stiamo assistendo al più forte rimbalzo della crescita e del calo della disoccupazione di qualsiasi ripresa negli ultimi cinque decenni. Nell’ultimo anno, la disoccupazione è diminuita di 2,8 punti percentuali e la crescita è stimata intorno al 5,5 per cento”, dirà l’ex candidata per il ministero del Tesoro in audizione.
L’intervento al Senato arriva un giorno dopo il dato sull’inflazione degli Stati Uniti, rimasta ai massimi dal 1982 a causa dell’aumento dei prezzi energetici, con indice core al livello più alto dal febbraio 1991.
Secondo il Bureau Labor of Statistics, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato ad un tasso annuale del 7,0% nel mese di dicembre (come da attese di mercato), registrando l’accelerazione più veloce dal giugno 1982, rispetto al +6,8% del mese precedente. La componente energetica è aumentata del 29,3%.