BORSE IN ROSSO
La settimana sui listini si è aperta all’insegna dei ribassi, con i Paesi occidentali che vogliono introdurre pesanti sanzioni contro la Russia. Si discute sul blocco selettivo dello Swift e sulle limitazioni nei confronti della banca centrale russa che, nel frattempo, aumenta i tassi d’interesse del 20%. “Gli investitori attendono che la situazione sulle sanzioni sia più chiara, anche se i tempi non sono così definiti”, proseguono gli esperti di NN IP, sottolineando che il rischio è quello di non assistere a una guerra-lampo come accaduto nel 2008 in Georgia. “La Russia è in grado di proseguire nel conflitto a lungo, avendo accumulato 240 miliardi di dollari in riserve valutarie e ridotto i suoi squilibri macroeconomici negli ultimi cinque anni”.
ENERGIA E MATERIE PRIME SETTORI CHIAVE
Per NN IP, i settori delle materie prime e dell’energia saranno quelli più colpiti dalla crisi in Ucraina, dopo l’aggressione della Russia. “La crisi colpisce l’Europa in un momento critico – continua l’analisi –, con l’inflazione che si attesta al 5,1% ed è probabile che gli shock economici smorzino la ripresa, facendo aumentare ulteriormente la pressione inflazionistica”. Ma nei prossimi mesi, la crisi energetica potrebbe attenuarsi perché aumenterà l’offerta di petrolio e gas da Stati Uniti e Iran e anche perché l’inverno sta per terminare.
LA POLITICA MONETARIA
La guerra in Europa potrebbe spingere la Banca centrale europea a mantenere un atteggiamento più accomodante di quanto previsto anche nei prossimi mesi. “Un ciclo di politica monetaria meno aspro in Eurozona è tra le opzioni sul tavolo”, sottolineano gli esperti di NN IP. “Per gli investitori la crisi significa elevata incertezza, soprattutto per l’azionario, almeno nei prossimi giorni”. È ancora troppo presto per dire cosa comporterà l’aumento dell’inflazione, unito agli effetti delle sanzioni. “Molto probabilmente gli asset russi subiranno degli effetti più a lungo termine”, concludono gli analisti di NN IP. Ma per adesso l’incertezza sul piano militare alimenta i timori degli investitori.
Come per il resto della settimana
Martedì, durante la sessione europea, otteniamo il tasso IAPC preliminare della Germania per febbraio, i tassi del PIL canadese per il quarto trimestre e il dato del PMI manifatturiero Markit del Canada per febbraio e il dato del PMI manifatturiero ISM degli Stati Uniti per lo stesso mese. Mercoledì, riceviamo il tasso reale del PIL australiano per il quarto trimestre, il tasso IAPC preliminare dell’Eurozona per febbraio, il dato sull’occupazione nazionale ADP degli Stati Uniti per febbraio, mentre sul fronte monetario notiamo la decisione sul tasso di interesse della BoC e la testimonianza del presidente della Fed Powell. Giovedì riceviamo dall’Australia il tasso di crescita delle approvazioni edilizie e la bilancia commerciale, sia per gennaio, il tasso CPI della Turchia per febbraio e dagli Stati Uniti la cifra iniziale settimanale delle richieste di sussidio di disoccupazione e il tasso di crescita degli ordini di fabbrica per gennaio, nonché il PMI non manifatturiero ISM cifra di febbraio, mentre il presidente della Fed Powell procede con la sua seconda testimonianza davanti ai legislatori statunitensi. Infine, venerdì mettiamo in evidenza la pubblicazione del rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti per febbraio, che è la pubblicazione finanziaria della corona superiore alla fine della settimana.
Grafico H4 AUD/USD
Supporto: 0,7170 (S1), 0,7100 (S2), 0,7050 (S3)
Resistenza: 0,7230 (R1), 0,7275 (R2), 0,7315 (R3)
Dichiarazione di non responsabilità:
queste informazioni non sono considerate un consiglio di investimento o una raccomandazione di investimento.